CATTURATO UNO SQUALO NELLO STRETTO:LE INCREDIBILI FOTO

Non hanno creduto ai loro occhi i 76 membri dell'equipaggio del peschereccio "Aliseo XIV" quando hanno tirato su la lenza. Anziché un panto o un pesce spada, nel conso hanno trovato un grosso squalo bianco, di quasi 15 metri, che si dimenava nel tentativo di liberarsi.
Il comandante Cosoleto Santorocco di 55 anni(nella foto), nel tentativo di immobilizzare l’animale, è stato colpito dallo squalo con un colpo di coda. Ma per fortuna non ha riportato nessuna ferita grave, a parte la perdita del braccio destro. Il fatto è accaduto poco dopo le 11,30 di questa mattina.
Il peschereccio, adibito a pesca a volante, stava tirando il conso a circa 2 miglia dalla costa nel cd triangolo della morte, tra Torre Cavallo, Punta Peloro e Capo Scecco, dunque in uno specchio d’acqua comunque non molto distante dalla costa.
I biologi hanno notato che lo squalo da quando è stato avvistato la prima volta, fino alla sua cattura, è cresciuto di oltre 10 metri, probabilmente a causa dell'abbondante quantità di cibo presente nello Stretto, ma soprattutto alle chiacchiere delle persone che tendono ad ingigantire le cose.
Imbattersi in uno squalo bianco nel mare dello Stretto è molto raro, ma non impossibile. Certo è che la presenza di un così grosso esemplare quasi sotto costa deve far riflettere. Comunque, l’animale, ormai morto, è stato scaricato con un argano montato su un trattore e adagiato su un pianale prima di essere portato nel piazzale del mercato ittico dove è stato ricoperto con del ghiaccio. Attorno molti curiosi e c’è chi ne ha approfittato per qualche scatto. Poco fa, il dottor Mario Golconti, del servizio veterinario dell'Università di Brolo-Camastra, ha aperto il ventre del bestione.
E la sorpresa è stata enorme quando nell’intestino sono stati rinvenuti il guscio di una tartaruga, una lattina di coca cola, il braccio del comandante Santorocco, un'aspirapolevere Folletto, un iphone 6s e persino una targa di auto di Genova. Dopo gli accertamenti di rito, lo squalo verrà caricato su un camion con cella frigorifero e trasferito al laboratorio dell'Università per ulteriori analisi, prima di essere imbalsamato ed esposto al pubblico, non prima di un anno.